domenica 31 gennaio 2016

IL GIORNO DELLA MEMORIA TERZA ED ULTIMA PARTE

Il signor Alios andava troppo spesso a nozze con la morte.

La vita di Alois, l'uomo dalla romanzesca origine, che doveva dare i natali al dittatore nazista fu segnata dalla tragedia. La nascita di Adolfo Hitler, bambino dalla faccia rotonda, fu preceduta da un corteo di piccoli fantasmi, i molti fratelli e sorelle venute al mondo prima di lui e puntualmente respinte dalla vita come se la sorte, consapevole del tremendo evento di sangue della
progenie del signor Alois,  fosse stata colta da succesivi ripensamenti.
Alois, piccolo funzionario delle dogane, si sposa infatti una prima volta nel 1864 con Anna Glas-Horer, più vecchia di lui di quattordici anni, figlia di un suo anziano collega e, soprattutto provvista di una appetitosa dote.  
Anna  era una donna malata e morì senza figli pochi anni dopo, stroncata dal male dalla signora delle Camelie.
Il signor Alois  non ama la solitudine  e un mese dopo la morte della  moglie  sposa una serva d'albergo, Franziska Matzelsberger, dalla quale avava avuto un figlio chiamato come il padre, Alois. La morte della prima moglie del doganiere è arrivata appena in tempo per togliere  d'imbarazzo la seconda che infatti tre mesi dopo la cerimonia, mette al mondo una figlia, Angela. Un anno  dopo la donna, che aveva ventiquattro anni meno del marito, morì di quella tubercolosi che aveva stroncato la sua rivale.
Il destino si accaniva contro la possibilità  che Alois avesse una propria discendenza, quasi per una oscura premonizione. Ma sei mesi dopo questo secondo lutto, ormai quarantaseienne, egli si risposò nel 1885. Se mai ha avuto delle inlusioni romantiche oggi non ne  ha proprio più perchè la cerimonia si celebra infatti  il  mattino, e nel pomeriggio egli è già in ufficio. Ha sposato Clara Poelzel, sua parente prossima, cugina anzi, secondo il registro parrocchiale. Ma la pesante differenza d'età - lei ha ventitrè anni di meno - aveva fatto si che Clara avesse chiamato fino a quel momento il futuro marito "mio zio". Per sposarsi hanno dovuto chiedere la dispensa del Vaticano. Se è vero che il signor Alois Hiedler non aveva la virtù della fedeltà, è altrettanto vero che aveva una precisa inclinazione circa l'estrazione sociale delle sue mogli: Clara, infatti, è una cameriera d'albergo a Vienna e, neanche dirlo, gli regala un figlio quattro mesi dopo il matrimonio. Questa provvidenziale puntualità delle mogli e nella nascita dei figli legittimi che diversamente sarebbero stati bastardi avrebbero potuto interessare Sherlok Holmes. Ma il destino del signor Alois ebbe proprio questa sbalorditiva casualità, senza altri interventi più sospetti: la malattia del suo secolo si portava via le mogli che avrebbero fatto ombra all'onore delle sue future spose. Non aveva neppure il tempo di piangerle, quelle povere donne, perchè già stava alzando il boccale di birra per brindare alla salute di un neonato. Clara oltre al maschietto, gli diede una figlia, ma morirono entrambi ancora bambini. Nel 1889 quando il doganiere ha già cinquantatrè anni, nasce un terzo figlio al quale viene messo il nome di Adolfo : avvenimento fuggevole e senza alcuna impronta, nella vita disgraziata del piccolo statale austriaco, la nascita di un figlio. Ne nascerà un'altro che morirà a sei anni. In quella rabbrividente roulette della vita che turbinava nella sfortunata casa di Alois Hiedler (o Hitler, secondo il definitivo patronimico che avrebbe assunto il figlio), soltanto due figli azzeccarono per così dire, l'en plein e si salvarono: Paula e Adolfo. Di cinque figli furono i soli a sopravvivere. Ma nessuno poteva immaginare allora quale tributo di vite umane sarebbe costata la gracile vitalità di Adolfo Hitler. Tutto quello che rimane di questa malinconica storia di famiglia è la costatazione paradossale che il supremo, il profeta del pangermanesimo, l'irriducibile razzista venne di lì. Una famiglia di origine contadina che tuttavia non conservò neppure quella sua caratterizzazione proletaria che avrebbe potuto, in qualche modo, costituire un precedente razziale per Hitler attraverso l'inevitabile retorica della terra e della genuinità contadina. Il signor Alois indossò, infatti, la casacca senza alamari del gabelliere, indulse agli amori corrivi,  fu un dongiovanni al livello delle sguattere. Nella amnanesi dell'uomo che voleva distillare la razza eletta attraverso i più rigorosi incroci di caratteri germanici si ritrova con paurosa frequenza il bacillo di Koch. Più tardi la sua cartella diagnostica si arricchirà anche della spirochetta pallida. In età giovanile, infatti, Hitler verrà colpito da una malattia venerea alla quale qualcuno ricollega le maggiori accentuazioni della sua esaltazione. Questa, dunque, fu la grigia galleria d'antenati del Furer e questa la squallida storia della parte più anonima della sua vita. Quando Nietszche pensava a Zarathustra, la famiglia ideale che il dittatore avrebbe sempre tenuto davanti agli occhi, non vagheggiava certo il piccolo nevrotico anonimo austriaco di Linz.
PROSSIMAMENTE ALTRE NOVITA' 

Nessun commento:

Posta un commento