sabato 6 febbraio 2016

VIAGGIO NELL'ARTE IL 500 il Rinascimento

LEONARDO, RITRATTO DI IGNOTA (PARIGI-LOUVRE).


 RINASCIMENTO IL 500



RAFFAELLO, LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE  (PINACOTECA DI BRERA MILANO)
 Quella ricerca del bello e del classico,che aveva raggiunto nel Quattrocento una delle sue appassionate espressioni,trovò nel  Cinquecento,il suo punto più alto, e insieme il suo punto di decadenza.


Quella ricerca del bello e del calassico, che aveva raggiunto nel Qattrocento una delle sue più appasionate espressioni, trovò nel Cinquecento, la  sua punta  più alta, e insieme, l'inizio della decadenza. In questo secolo, nel quale  dominano le figure di quelli che possono essere definiti i "tre grandi" dell'arte Italiana ( Leonardo, Michelangelo, Raffaello), il mito della bellezza classica e della dignità del l'uomo andò lentamente distacccandosi dalla realtà, per divenire, infine, una pura forma, un astrazione artistica. Se questo secolo portò, da una parte, alla nascita  di alcuni tra gli immortali capolavori della arti figurative, vide  dall'altra, scomparse le grandi figure che di quest'epoca rappresentano la parte migliore, la nascita del formalismo e del manierismo.Tipica è in questo senso, la parabola dell'architettura, che ci tende  opere immortali come la Sagrestia Nuova di Michelangelo, il progetto del Bramante per San Pietro,  il Palazzo delle colonne del Peruzzi, il Palazzo Francese del Sangallo in Roma; e che, anche  nelle armoniche realizzazioni del Palladio, del Vignola e del Sansovino, ripudiò il senso della decorazione, proprio del Quattrocento, per cercare forme più razionali e più severe. L'amore per forme classiche e per l'equilibrio fu alla base dei grandi capolavori architettonici del secolo; ma sfociò ad un certo punto in quella ricerca  fine a se stessa che è stata chiamata formalismo. Nel campo della scultura, che pure conobbe  personalità della grandezza  del Gianbologna e di quella bizzarra figura di orafo e di scultore insime che fu Benvenuto Cellini, domina, superbo, Michelangelo Buonarroti, di cui Romin Rolland scrisse :"chi non crede al genio, non sa che cosa sia, consideri Michelangelo, nessun uomo è stato mai come lui preda del genio. Questo non pareva essere della stessa natura dell'uomo: era come un conquistatore che si era avventato su di lui e l'avesse asservito". Lo stesso Michelangelo scrivendo di sè nelle sue stupende rime, diceva che, ritornando con la memoria alla sua vita passata,"... non ritrovò in tutto, un giorno che sia stato mio! Architetto, scultore, pittore, poeta, Michelangelo Buonarroti dedicò all'arte tutta la sua esistenza, febbrile, instancabile. Parlare  anche in modo sommario delle sue opere  sarebbe inpossibile. Chi non conosce  la maestosa statua del Mosè, il David. Come pittore, Michelangelo ci ha lasciato quelle opere immense  e maestose  che il Vasari definì:" lucerna  dell'arte nostra":










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