LEONARDO, RITRATTO DI IGNOTA (PARIGI-LOUVRE). |
RINASCIMENTO IL 500
RAFFAELLO, LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE (PINACOTECA DI BRERA MILANO) |
Quella ricerca del bello e del classico,che aveva raggiunto nel Quattrocento una delle sue appassionate espressioni,trovò nel Cinquecento,il suo punto più alto, e insieme il suo punto di decadenza.
Quella ricerca del bello e del calassico, che aveva raggiunto nel Qattrocento una delle sue più appasionate espressioni, trovò nel Cinquecento, la sua punta più alta, e insieme, l'inizio della decadenza. In questo secolo, nel quale dominano le figure di quelli che possono essere definiti i "tre grandi" dell'arte Italiana ( Leonardo, Michelangelo, Raffaello), il mito della bellezza classica e della dignità del l'uomo andò lentamente distacccandosi dalla realtà, per divenire, infine, una pura forma, un astrazione artistica. Se questo secolo portò, da una parte, alla nascita di alcuni tra gli immortali capolavori della arti figurative, vide dall'altra, scomparse le grandi figure che di quest'epoca rappresentano la parte migliore, la nascita del formalismo e del manierismo.Tipica è in questo senso, la parabola dell'architettura, che ci tende opere immortali come la Sagrestia Nuova di Michelangelo, il progetto del Bramante per San Pietro, il Palazzo delle colonne del Peruzzi, il Palazzo Francese del Sangallo in Roma; e che, anche nelle armoniche realizzazioni del Palladio, del Vignola e del Sansovino, ripudiò il senso della decorazione, proprio del Quattrocento, per cercare forme più razionali e più severe. L'amore per forme classiche e per l'equilibrio fu alla base dei grandi capolavori architettonici del secolo; ma sfociò ad un certo punto in quella ricerca fine a se stessa che è stata chiamata formalismo. Nel campo della scultura, che pure conobbe personalità della grandezza del Gianbologna e di quella bizzarra figura di orafo e di scultore insime che fu Benvenuto Cellini, domina, superbo, Michelangelo Buonarroti, di cui Romin Rolland scrisse :"chi non crede al genio, non sa che cosa sia, consideri Michelangelo, nessun uomo è stato mai come lui preda del genio. Questo non pareva essere della stessa natura dell'uomo: era come un conquistatore che si era avventato su di lui e l'avesse asservito". Lo stesso Michelangelo scrivendo di sè nelle sue stupende rime, diceva che, ritornando con la memoria alla sua vita passata,"... non ritrovò in tutto, un giorno che sia stato mio! Architetto, scultore, pittore, poeta, Michelangelo Buonarroti dedicò all'arte tutta la sua esistenza, febbrile, instancabile. Parlare anche in modo sommario delle sue opere sarebbe inpossibile. Chi non conosce la maestosa statua del Mosè, il David. Come pittore, Michelangelo ci ha lasciato quelle opere immense e maestose che il Vasari definì:" lucerna dell'arte nostra":
Nessun commento:
Posta un commento