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Tiziano, Venere Umbra 1538, Firenze galleria degli Ufffizi
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Federici Gonzaga ritratto del Tiziano museo del Prado |
il quale divenne uno dei più strenui, appasionati difensori dell'arte del pittore veneto, aprendo in breve a lui le corti non solo di tutt'Italia, ma di tutt'Europa. Nel '15-'30, a Bologna, durante un breve soggiorno in città dell'imperatore Carlo V, Pietro Aretino ebbe modo di parlare al sovrano del suo fratello amico Tiziano e l'imperatore, anche se preso da gravissime preoccupazioni politiche e militari, pensò di approfittare dell'occasione per commissionargli un ritratto. Nervoso, irritabile, con la mente occupata a risolvere difficilissimi problemi, CarloV posò con poca pazienza e per pochissime ore e quando il ritratto fu terminato l'osservò a lungo, senza eccessivo entusiasmo, ed offrì al Tiziano, quale compenso, un ducato! L'atto del re lasciò l'artista tra indignato e sbalordito: a ben altri guadagni egli era abituato, a ben altre accoglienze: a parole di lode, di abdulazione; cose tutte che, del resto, il pittore, pienamente cosciente del proprio valore, sapeva bene di meritare in pieno.
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GENTILE BELLINI VENEZIA AI TEMPI DEL TIZIANO |
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il Papa con i nipoti ( Tiziano ) |
Federico Gonzaga, reso edotto dell'incidente, intervenne prontamente offrendo all'artista un lauto compenso e cercando di attenuare le conseguenze di un incontro così poco fortunato. Appena tre anni dopo, però, Carlo V, che nel frattempo aveva imparato a conoscere il Tiziano e ad apprezzarlo, chiamò l'artista presso di sè alla corte di Augusto. Si apriva, così, un'era particolarmente felice della carriera di Tiziano, un'era di trionfi, di gloria, di soddisfazioni senza pari. Per molti anni l'artista, infatti, eseguì ritratti dell'imperatore, della famiglia di lui, dei cortigiani, dei più alti dirigenti dell'Impero.
Ed ecco Carlo V con indosso una brillante armatura, ritto sul suo focoso cavallo, il viso fiero ed indomito, ritratto alla battaglia di Muhlberg, o eccolo in raffinato, elegante abito di corte, ingiustacuore ricamato e mantello di broccato bianco. I ritratti del sovrano si susseguono, l'uno dopo l'altro; sempre l'artista riproduce fedelmente i brutti, duri lineamenti del sovrano, senza idealizzare neppure in parte quella fisionomia, ma conferendo sempre alle sue creazioni una
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Tiziano, la Schiavona 1510 (Londra, National Galleri ) |
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TIZIANO, RITRTTO DI CAROLO V |
vivezza ed un'umanità eccezionali. E forse fu proprio per questo grande coraggio dimostrato dall'artista, che non intendeva minimamente modificare la realtà della natura, neppure per adulare i più potenti sovrani del tempo, che Tiziano piacque assai a Carlo V, il quale gli fu sempre largo di doni, di onori, di ricompense. Frattanto, attraverso Federico Gonzaga, il Vicellio era entrato in contatto con Francesco Maria della Rovere che dipinse a Venezia con la moglie, entusiasmando i suoi nuovi clienti.
Richiamato nuovamente alla corte pontificia, nel 1543 esegue a Bologna il magnifico, vivissimo ritratto di papa Paolo III: due anni dopo, poi, si recò a Roma per la seconda volta, accolto trionfalmente dalla città.
Michelangelo ed il Vasari gli volevano fare da guida nella visita della città, fu allestita per lui la magnifica villa del Belvedere, il cardinale Bembo e lo stesso Pontefice gli tributarono festeggiamenti ed onori, conferendogli la cittadinanza di romano. E, in quel momento di trionfo, Tiziano,sempre tranquillo, sereno, eseguì quel meraviglioso ritratto di Paolo III ed i nipoti, che sarà tra i più splendidi che la storia dell'arte ricordi. Il grande pontefice uomo dal carattere duro ed astuto insieme, fierissimo, intelligentissimo, fu un magnifico modello, del grande pittore che lo immortalò. Aveva oltre settanta anni, allora, il Papa, e lo rivediamo curvo per l'età, ma non domo con la lunga barba fluente, lo sguardo scintillante, avvolto nella ricca veste pontificia, dominare con la sola presenza i nipoti che lo circondano. Presso la sontuosa corte romana Tiziano visse otto mesi; poi volle tornare nell'amata Venezia. Pochi mesi dopo Carlo V chiese nuovamente al maestro di recarsi presso di lui e l'anziano artista, già carico d'anni, ma non domo, partì nuovamente per Augusta ed ivi eseguì altri stupendi ritratti dei sovrani, dei dignitari dell'Impero spagnolo ed austriaco e, tre anni dopo, ivi conobbe il figlio di Carlo V, Filippo II, che immortalò in una serie di ritratti altrettanto splendidi e famosi. Gli anni passarono rapidamente, ma Tiziano immerso nel suo magnifici lavoro, cui si dedicava con entusiasmo giovanile,
uomo dal guanto, o il vivo
Francesco I, da cui il sovrano ci guarda con un allegro sorriso, la barba fluente, la camicia scarlatta nella sua energica vecchiaia Tiziano esprime il meglio di sè in altri capolavori che stanno a dimostrare la sua eccezionale capacità di lavoro e l'inesauribilità della sua arte.Tanto più fantastica se si pensa alla serie interminabile di quadri di carattere sacro, o profano, che man mano si affiancavano agli innumerevoli ritratti. Nella sua ricca, magnifica casa di Venezia, di fronte al mare ed alle meraviglie della sua città, circondato dalla reverenza di tutto il popolo, e dall'affetto dei figli e di amici fedeli, quali il Sansovino e l'Aretino, il Tiziano Vecellio visse i suoi ultimi anni immerso sempre nella sua arte. Nell'eseguire i ritratti doveva lavorare con rapidità, con potenza, con prontezza, doveva cogliere gli aspetti salienti del carattere dei modelli, con energia doveva dominare la materia: e tutto eseguiva, come se sulle sue spalle non passassero altre novanta primavere. Nel 1576, a novantanove anni, Tiziano accettò con coraggio ammirevole l'incarico di eseguire per la chiesa dei Frari di Venezia, una grande Deposizione: per essa non chiese compenso in denaro, ma una tomba. Il suo ultimo lavoro, però doveva rimanere incompiuto. Mentre nella città imperversava una gravissima epidemia di peste, che uccise oltre un terzo della popolazione, il veliardo si spegneva serenamente il 26 agosto, ucciso più dall'età che dal male. Per i suoi funerali La Serenissima malgrado il gravissimo pericolo del contagio, ordinò cerimonie solenni e grandiose, cui volle assistere tutta la popolazione in grado di reggersi in piedi. Fu sepolto come desiderava nella chiesa di Santa Maria dei Frari, ed ivi riposa vegliato da due dei suoi più splendidi capolavori.
instancabile, con mano ferma ed energia indomabile, pareva non accorgersene. E come nella sua piena maturità ci aveva donato il magici ritratti.
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TIZIANO, FLORA |
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MIRROR, TIZIANO |
Questa pagina verrà aggiornata molto preso saluti #elforneso
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