lunedì 8 febbraio 2016

TIZIANO VECELLIO



La casa dove nacque Tiziano, Pieve di Cadore, scorci della cittadina.



Ritrattista meraviglioso

Tiziano, Pieve di Cadore 1480/1485 circa, 
Venezia 27 agosto 1576
Il ritratto veneto del'500" che ebbe le sue basi in Giorgione e nelle sue ricerche dell'intimità espressiva  e degli effetti luminosi campeggianti sull'ombra calda dei fondi - ha il maggior esponente in Tiziano, che accentuò profondamente  lo studio dei caratteri psicologici e il gioco della luce e dell'ombra. Il ritratto Tizianesco ha influenzato un secolo di pittura  veneta e la ritrattistica cinquecentesca  e seicentesca  italiana, fiamminga e spagnola.

Concerto campestre (1509) Parigi -Louver-
Correva l'anno 1533  Tiziano  Vecellio, il grande pittore veneto, la cui fama  si era sparsa già da tempo in tutta Europa.

Veniva eletto, con speciale decreto di Carlo V, conte Palatino in riconoscimento delle sue altissime doti artistiche e principalmente di ritrattista. Nel  pieno della maturità, al culmine della sua meravigliosa  carriera artistica, il sommo pittore vedeva così ufficialmente riconosciuto, dal più grande e potente sovrano del momento, dall'uomo che teneva saldamente in pugno le sorti di mezzo mondo, la sua abilità e la sua arte immortale. Nato a Pieve di Cadore nel 1477, fanciullo appena novenne venna condotto dal padre a Venezia, per imparare la pittura; divenuto allievo di Gentile e Giovanni Bellini, due tra i maggiori artisti del momento, imparava con rapidità e intuito eccezzionale la difficile arte del dipingere.
TIZIANO, RITRATTO DI ELEONORA GONZAGA
Ma dopo pochi anni di tirocinio nella famosa scuola belliniana, il giovane Tiziano si sentiva irresistibilmente attratto dall'arte, stupenda, nuovissima e rivoluzionaria del Giorgione, e di questo artista divenne subito uno degli allievi più appassionati e prediletti. Nel giro di pochi anni la fama dell'abilità di questo giovanissimo pittore veneto si diffuse in tutta Italia, e molti signori cercarono invano, con allettanti offerte, d'indurre il Vecellio a trasferirsi nelle loro corti: Venezia lo teneva avvinto con il suo segreto fascino e ancor più trattenevano nella città lagunare le continue proposte di lavoro che gli giungevano da parte di signori locali e anche del governo della serenissima.
 Nel 1516, e nel 1517, però Tiziano tenne rapporti di lavoro con la corte degli estensi  di Ferrara e mentre le sue opere si moltiplicavano e la fama si accresceva ogni giorno in più, ecco farsi avanti nella vita del pittore il giovane Federico Gonzaga, il munifico, bellissimo figlio di Isabella d'Este,
Tiziano, Venere Umbra 1538, Firenze galleria  degli Ufffizi
Federici Gonzaga ritratto del Tiziano museo del Prado
 il quale divenne uno dei più strenui, appasionati difensori dell'arte del pittore veneto, aprendo in breve a lui le corti non solo di tutt'Italia, ma di tutt'Europa. Nel '15-'30, a Bologna, durante un breve soggiorno in città dell'imperatore Carlo V, Pietro Aretino ebbe modo di parlare al sovrano del suo fratello amico Tiziano e l'imperatore, anche se preso da gravissime preoccupazioni politiche e militari, pensò di approfittare dell'occasione per commissionargli un ritratto. Nervoso, irritabile, con la mente occupata a risolvere difficilissimi problemi, CarloV posò con poca pazienza e per pochissime ore e quando il ritratto fu terminato l'osservò a lungo, senza eccessivo entusiasmo, ed offrì al Tiziano, quale  compenso, un ducato! L'atto del re lasciò l'artista tra indignato e sbalordito: a ben altri guadagni egli era abituato, a ben altre accoglienze: a parole di lode, di abdulazione; cose tutte che, del resto, il pittore, pienamente cosciente del proprio valore, sapeva bene di meritare in pieno.
GENTILE BELLINI VENEZIA AI TEMPI DEL TIZIANO
il Papa con i nipoti ( Tiziano )
Federico Gonzaga, reso edotto dell'incidente, intervenne prontamente offrendo all'artista un lauto compenso e cercando di attenuare le conseguenze di un incontro così poco fortunato. Appena tre anni dopo, però, Carlo V, che nel frattempo aveva imparato a conoscere il Tiziano e ad apprezzarlo, chiamò l'artista presso di sè alla corte di Augusto. Si apriva, così, un'era particolarmente felice della carriera di Tiziano, un'era di trionfi, di gloria, di soddisfazioni senza pari. Per molti anni l'artista, infatti, eseguì ritratti dell'imperatore, della famiglia di lui, dei cortigiani, dei più alti dirigenti dell'Impero.

 
Ed ecco Carlo V con indosso una brillante armatura, ritto sul suo focoso cavallo, il viso fiero ed indomito, ritratto alla  battaglia di Muhlberg, o eccolo in raffinato, elegante abito di corte, ingiustacuore ricamato e mantello di broccato bianco. I ritratti del sovrano si susseguono, l'uno dopo l'altro; sempre l'artista riproduce fedelmente i brutti, duri lineamenti del sovrano, senza idealizzare neppure in parte quella fisionomia, ma conferendo sempre alle sue creazioni una
Tiziano, la Schiavona 1510 (Londra, National Galleri )
TIZIANO, RITRTTO DI CAROLO V
vivezza ed un'umanità eccezionali. E forse fu proprio per questo grande coraggio dimostrato dall'artista, che non intendeva minimamente modificare la realtà della natura, neppure per adulare i più potenti sovrani del tempo, che Tiziano piacque assai a Carlo V, il quale gli fu sempre largo di doni, di onori, di ricompense. Frattanto, attraverso Federico Gonzaga, il Vicellio era entrato in contatto con Francesco Maria della Rovere che dipinse a Venezia con la moglie, entusiasmando i suoi nuovi clienti.
Richiamato nuovamente alla corte pontificia, nel 1543 esegue a Bologna il magnifico, vivissimo ritratto di papa Paolo III: due anni dopo, poi, si recò a Roma per la seconda volta, accolto trionfalmente dalla città.


TIZIANO, UOMO CON GUANTO, LOUVRE PARIGI





TIZIANO - CARLO V  1548 MADRID



Papa Paolo III, Tiziano (1543) 
Museo nazionale di Capodimonte (Napoli)
Michelangelo ed il Vasari gli volevano fare da guida nella visita della città, fu allestita per lui la magnifica  villa del Belvedere, il cardinale Bembo e lo stesso Pontefice gli tributarono festeggiamenti ed onori, conferendogli la cittadinanza di  romano. E, in quel momento di trionfo, Tiziano,sempre tranquillo, sereno, eseguì quel meraviglioso ritratto di Paolo III ed i nipoti, che sarà tra i più splendidi che la storia dell'arte ricordi. Il grande pontefice uomo dal carattere duro ed astuto insieme, fierissimo, intelligentissimo, fu un magnifico modello, del grande pittore che lo immortalò. Aveva oltre settanta anni, allora, il Papa, e lo rivediamo curvo per l'età, ma non domo con la lunga barba fluente, lo sguardo scintillante, avvolto nella ricca veste pontificia, dominare con la sola presenza i nipoti che lo circondano. Presso la sontuosa corte romana Tiziano visse otto mesi; poi volle tornare nell'amata Venezia. Pochi mesi dopo Carlo V chiese nuovamente al maestro di recarsi presso di lui e l'anziano artista, già carico d'anni, ma non domo, partì nuovamente per Augusta ed ivi eseguì altri stupendi ritratti dei sovrani, dei dignitari dell'Impero spagnolo ed austriaco e, tre anni dopo, ivi conobbe il figlio di Carlo V, Filippo II, che immortalò in una serie di ritratti altrettanto splendidi e famosi. Gli anni passarono rapidamente, ma Tiziano immerso nel suo magnifici lavoro, cui si dedicava con entusiasmo giovanile, uomo dal guanto, o il vivo  Francesco I, da cui il sovrano ci guarda con un allegro sorriso, la barba fluente, la camicia scarlatta nella sua energica vecchiaia Tiziano esprime il  meglio di sè in altri capolavori che stanno a dimostrare la sua eccezionale capacità di lavoro e  l'inesauribilità della sua arte.Tanto più fantastica se si pensa alla serie interminabile di quadri di carattere sacro, o profano, che man mano si affiancavano agli innumerevoli ritratti. Nella sua ricca, magnifica casa di Venezia, di fronte al mare ed alle meraviglie della sua città, circondato dalla reverenza di tutto il popolo, e dall'affetto dei figli e di amici fedeli, quali il Sansovino e l'Aretino, il Tiziano Vecellio visse i suoi ultimi anni immerso sempre nella sua arte. Nell'eseguire i ritratti doveva lavorare con rapidità, con potenza, con prontezza, doveva cogliere gli aspetti salienti del carattere dei modelli, con energia doveva dominare la materia: e tutto eseguiva, come se sulle sue spalle non passassero altre novanta primavere. Nel 1576, a novantanove anni, Tiziano accettò con coraggio ammirevole l'incarico di eseguire per la chiesa dei Frari di Venezia, una grande Deposizione: per essa non chiese compenso in denaro, ma una tomba. Il suo ultimo lavoro, però doveva rimanere incompiuto. Mentre nella città imperversava una gravissima epidemia di peste, che uccise oltre un terzo della popolazione, il veliardo si spegneva serenamente il 26 agosto, ucciso più dall'età che dal male. Per i suoi funerali La Serenissima malgrado il gravissimo pericolo del contagio, ordinò cerimonie solenni e grandiose, cui volle assistere tutta la popolazione in grado di reggersi in piedi. Fu sepolto come desiderava nella chiesa di Santa Maria dei Frari, ed ivi riposa vegliato da due dei suoi più splendidi capolavori.
instancabile, con mano ferma ed energia indomabile, pareva non accorgersene. E come nella sua piena maturità ci aveva donato  il magici ritratti.
TIZIANO, FLORA

MIRROR, TIZIANO


Questa pagina verrà aggiornata molto preso saluti #elforneso
 

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