CONDIZIONE POLITICA NEL XIII SECOLO
La lotta fra i Papi e gli Hohenstauffen finì nel lasciare l'Italia in uno stato politico molto diverso da quello degli altri paesi occidentali.
Mentre in Francia, in Spagna, Inghilterra il sistema feudale era ordinato in modo che, dopo aver percorso lo stadio della sua vita, dovesse cadere nelle mani della monarchia unitaria; mentre la Germania contribuì a mantenere, almeno esteriormente, l'unità dell'impero, in Italia invece si era quasi interamente sottratto
alle dipendenze dell'impero stesso.
Gli imperatori del XVI secolo, anche nei casi più favorevoli, non furono più accolti e considerati come supremi signori feudatari, ma solamente come capi di sostegno a potenze già costituite;
e dal canto suo il Papato ricco di personaggi politici d'appoggio, era abbastanza forte da impedire ogni eventuale unificazione del paese ma non da poterne fondare uno esso stesso.
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Si ha subito qualcosa di nuovo e di vivo nella storia, si ha lo Stato quelle creazioni di calcolo consapevole,
lo Stato come opera d'arte.
Questa nuova vita si manifesta tanto nelle repubbliche che nei principati in mille modi diversi, determinandone così non solo la politica interma ma anche la politica estera.
L'ordinamento interno degli Stati guidati a forma principesca trovano un modello molto valido nel regno normanno dell'Italia meridionale e della Sicilia, dopo la trasformazione subita per opera dell'Imperatore Federico II .
Cresciuto in mezzo alle insidie e in prossimità dei Saraceni, si era abituato molto presto a giudicare le cose da un punto di vista obbiettivo, anticipando così il tipo di uomo moderno sul trono.
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Gli ordini di Federico (specialmente del 1231) mirano alla distruzione completa del sistema feudale e alla trasformazione del popolo all'indifferenza, inerme e tassabile.
Centralizzò tutto il potere giudiziario e l'amministrazine in un modo sconosciuto fino a quel tempo in Occidente.
Nessun ufficio poteva più essere conferito in virtù di elezioni popolari, la pena, veder devastato il paese e ridotti gli abitanti allo stato servile.
Le imposte, basandosi sopra un ampio catasto e sulle consuetudini maomettane, venivano riscosse con quei modi vessatorii e crudeli, senza i quali, del resto, in Oriente è impossibile estorcere un quattrino ai contribuenti.
Qui non si ha più un popolo ma una moltitudine di sudditti, sottoposti a rigide leggi, non possono nemmeno, senza appositi permessi, prendere moglie fuori dal paese, nè studiare all'estero:-l'università di Napoli fu la prima a mettere leggi restrittive agli studenti:-
quando lo stesso Oriente , in simili materie almeno, lasciava libertà.
I califfi fatimiti in virtù della loro segreta eretica dottrina erano stati (almeno in principio) abbastanza tolleranti con la religione dei loro sudditi: Federico al contrario corona il suo sistema di governo con una inquisizione antieretica, che sembra tanto più riprovevole, quando si ammette che lui in costoro abbia inteso perseguitare i partigiani del libero vivere civile.
Per finire Federico si tiene sempre dietro come agenti di polizia o nucleo d'armata contro i nemici esterni, quei Saraceni trapiantati dalla Sicilia a Lucera e a Nocerina, che con indifferenza sono sordi ai lamenti dei sudditi e alle scomuniche papali.
I sudditi non più abituati alle armi, subirono più tardi, con molta indolenza ed apatia, la rovina di Manfedi e la conquista dell'Angioino; alla fine questi fecero proprio quel sistema di governo, giovandosene per i loro ulteriori scopi.
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