giovedì 10 dicembre 2015

IL GRANDE RINASCIMENTO ITALIANO QUARTA PARTE RAFFAELLO SANZIO#ELFORNESO

OILO SU TELA 70X50 AUTORE #ELFONSO

 Raffaello Sanzio nasce il venerdì santo del 1483 da Giovanni di Sante di Pietro, pittore non  grandioso alla corte di Federico da Montefeltro.
I primi anni Raffaello li trascorre alla corte del duca di Urbino, dove il padre dipinge nello stile di Piero della Francesca e Melozzo da Forlì.
Perde la madre Magia nel 1491 e il padre qualche anno dopo nel 1494.
Nel frattempo è stato a Perugia, nella bottega del Perugino, ambiente molto vivace e attivo, in quanto il maestro pur di incrementare i suoi guadagni accettava  qualunque incarico.
In questo ambiente Raffaello dipinge  e disegna di tutto, molte volte copiando dai suoi compagni di bottega.
OLIO SU TAVOLA 50X40 AUTORE#ELFORNESO
Realizza centinaia di ritratti, che più tardi, da questi attingerà per realizzare i suoi dipinti più famosi. Da questi innumerevoli disegni si deduce da un lato il metodo lavorativo di Raffaello, che consiste nell'analizzare a fondo le possibili alternative del disegno prima di passare alla fase realizzativa, dall'altro il suo interesse per l'armonia, l'equilibrio che per la precisione anatomica che tanto ossessiona i suoi contemporanei toscani. L'artista sin dall'inizio dimostra la capacità di apprendere che caratterizzerà tutta la sua esistenza, quando incontrerà i più grandi artisti del suo tempo, da Leonardo a Michelangelo. Dal Perugino, impara il senso dell'equilibrio compositivo, l'armonia per i colori vivaci e l'accordo delle figure con il paesaggio. Ma presto lo supera: rispetto al maestro le sue immagini sono più potenti e i colori più accesi. La sua prima opera certificata - le altre sono confuse nella sovrabbondanza produttiva della bottega del Perugino- risale al 1500, ed è l'incoronazione del beato Nicola da Tolentino per una chiesa di Città di Castello. Si tratta di una pala d'altare di cui rimangono alcuni frammenti e pochissimi disegni. Poi abbiamo i disegni di preparazione per la partenza di Ennio Silvio Piccolomini al volto del concilio di Basilea, fu commissionato dal Pinturicchio - che realizzerà l'affresco - quando Raffaello ha appena vent'anni. Se confrontiamo le due opere spiccano evidenti le differenze: il disegno è costruito per piani spaziali che spingono l'occhio a muoversi dai cavalieri in primo piano via via sempre più in profondità sul porto e il mare aperto, l'affresco invece è piatto senza prospettiva, più decorativo che realistico o descrittivo. Come paragone è però più ecclatante quello tra due soggetti dipinti nel 1504 dal Perugino e dal suo allievo, lo sposalizio della Vergine. Dopo questa fatica, si chiude la prima tappa esistenziale e artistica di Raffaello e si apre quella successiva: Firenze. Qui si dovrà confrontare con Leonardo e Michelangelo, ma ha tanta voglia di imparare e quindi non cerca polemiche con i due grandi maestri, infatti, si contrappone con il Tondo Dono alla Vergine e a Sant'Anna con Bambino e San Giovanni di Leonardo, Raffaello studia il michelangiolesco Tondo Taddei, lo ribalta come un'immagine speculare e ne ricava la così detta Madonna Bridgewater, serena e dolcissima; così come la Sacra Famiglia Canigiani (1507). Un'annotazione curiosa è che la dolcissima Madonna di Raffaello, tanto voluta e tanto amata dai committenti del cinquecento, tuttora incontra un'enorme successo di pubblico: basti pensare alle innumerevoli esecuzioni della Madonna del cardellino, che sono spesso al posto dei crocifissi sopra i letti, poi due angioletti hai piedi della Madonna Sistina, che sottoforma di pannello sono ormai diventati oggetti d'arredo molto alla moda. Un confronto con l'opera leonardesca si può istituire attraverso il parallelo tra la Gioconda e il ritratto di Maddalena Doni, eseguito qualche anno dopo nel (1506) commissionato da Angelo Doni, colui che aveva ordinato il Tondo omonimo a Michelangelo. Le due donne sono nella stessa posizione, leggermente di sbieco con la mano destra sulla sinistra, ma mentre il ritratto leonardesco è molto sfumato e avvolgente che unisce la figura in  primo piano allo sfondo con un paesaggio primitivo, nel ritratto di Raffaello si vede una nobildonna fiorentina, vestita sfarzosamente con un'espressione altera e sul viso dei lineamenti morbidi, e anche i colori con la loro freschezza e trasparenza, sono molto distanti da quelli leonardeschi.
OLIO SU TAVOLA 70X100 AUTORE#ELFONESO
La sfida tra Leonardo, Michelangelo e Raffaello ha ripercussioni su tutto l'ambiente artistico fiorentino e non solo. Botticelli non riceve più commissioni, il Perugino viene criticato come un'artista che propone e ripropone sempre gli stessi modelli, Filippino Lippi  e Piero di Cosimo - i pochi rimasti della precedente generazione - non hanno più lavoro. D'altra parte, la fama dei tre grandi è arrivata anche a Roma, e la signoria fiorentina esce sconfitta dalla concorrenza francese e soprattutto romana. Impossibile opporsi al ricchissimo e mecenatissimo Giulio II della Rovere, che chiama a sè i più grandi artisti del periodo tra cui Michelangelo, Andrea Sansovino nel 1505, Raffaello nel 1508. Mentre avvia i lavori della cappella Sistina, il Papa mette in cantiere un'altro grandioso progetto: un nuovo appartamento in Vaticano. Questo Pontefice irrascibile e deciso, più soldato che intellettuale non sopportava di vivere nell'appartamento di chi lo aveva preceduto (se si esclude la breve parentesi del vecchio Pio III ), il discusso Alessandro VI Borgia. Certo, ci sono gli splendidi affreschi del Pinturicchio, ma il problema è facilmente superabile: lui si procurerà degli affreschi ancora più belli. Convoca i migliori del momento, Lorenzo Lotto, il Bramantino e il Sodoma, ma poi cambia idea e affida il lavoro a un giovane ragazzo molto promettente: Raffaello. Il risultato è superiore alle aspettative, il Sanzio è un attento e sensibile interprete del proprio tempo e coglie e riflette i fermenti prima di chiunque altro.








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