CARLO IL TEMERARIO
VERSO IL XV SECOLO
Un carattere come quello di Carlo il Temerario, che con impeto cieco si ostina in imprese private di qualsiasi utilità, per lui, gli Svizzeri non erano altro che poveri contadini, diceva, se anche li avessero uccisi tutti quanti, sarebbe sempre stata una magra soddisfazione per i Borgogna, che per avventura morivano in tale lotta, anche quando il duca giunse a possedere la Svizzera senza contrasto alcuno, le sue rendite annue non aumentarono nemmeno di 5000 ducati.
Ciò che in Carlo vi era di medioevale, le sue fantasie e identità cavalleresche, non era più comprensibile da lungo tempo in Italia.
Si venne poi a sapere che prendeva a schiaffi i suoi comandanti e tuttavia li teneva al suo servizio, maltrattava le sue truppe, per punirle di una sconfitta sofferta, in presenza di tutto l'esercito sparlava dei consiglieri più intimi.
Tutti i diplomatici del mezzogiorno visto il comportamento lo davano per spacciato, ma Luigi XI, che nella politica superò gli stessi principi Italiani nel loro stesso stile e che si confessava sopra ogni cosa ammiratore di Francesco Sforza, rimase molto al di sotto, colpa della sua volgare natura, in fatto di civiltà.
Una strana combinazione di bene e di male è il carattere che prevaleva in questi stati Italiani del XV secolo. La personalità del principe è sì colta, molto significativa, adatta al suo ruolo e per i compiti che si propone.
I TERRITORI DI CARLO IL TEMERARIO |
La base fondamentale della signoria è e rimane illegittima, quasi una maledizione, che non può cancellarsi. Il popolo si chiedeva se gli imperatori fossero mai stati utili a qualche cosa, e anche se fossero stati utili non dovevano far spopolare i tiranni, questo era il ragionamento di una moltitudine di ignari. Gli Imperatori non hanno mai sanzionato in Italia le tirannidi sorte, ma si limitavano semplicemente a richiami.
La comparsa e la dimora di Carlo in Italia è la più vergognosa maschera politica che vi sia stata, in quel modo i Visconti lo portarono in giro per i loro territori e alla fine lo scortarono al confine, per scambiare con denaro la sua merce cioè i suoi privilegi.
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