martedì 1 dicembre 2015

IL FANTASTICO RINASCIMENTO ITALIANO TERZA PARTE IL GRANDE MICHELANGELO #ELFORNESO

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Michelangelo Buonarroti nasce nel 1475 a Caprese, vicino ad Arezzo, dal podestà locale, Ludovico. La sua è un'antica famiglia fiorentina che preferirebbe fornire al rampollo un educazione umanistica anzichè assecondarne la passione per l'arte ma, dopo interminabili discussioni, le doti del ragazzo gli procurano finalmente il permesso di andare a Firenze per entrare nella bottega del Ghirlandaio. Anche  se questo, però, è un ambiente che và stretto al giovane Buonarroti, che dall'anno successivo, il 1489, passa a frequentare il Giardino medico di S.Marco. Qui un'anzino seguace di Donatello, Bertoldo di Giovanni, gli fà studiare le sculture antiche lì conservate e gli fà fare le sue prime prove artistiche. Come racconta il Vasari, Michelangelo stà finendo di copiare un vecchio fauno che ride, quando passa Lorenzo il Magnifico che si ferma per osservare la bravura del giovane scultore e poi scambia con lui qualche battuta. Scherza sul fatto che solo un ragazzo può ritrarre un vecchio con tutti i denti. Il signore di Firenze non fà in tempo ad andare che Michelangelo stà già togliendo un dente al fauno, con tanto di gengiva affossata nel punto di uscita della radice. Poi si mette ad aspettare. Trascorre qualche giorno, ed ecco ricomparire Lorenzo. L'uomo vede il fauno sdentato e ride, ma è rimasto colpito dall'entusiasmo e dalla bravura di quel quindicenne. Poco dopo lo introdurrà nel proprio palazzo ricco di preziose collezioni e nella sua cerchia, tra filosofi e letterati come il Poliziano, che daranno a Michelangelo quell'impronta culturale e religiosa riconoscibile in tutta la sua successiva produzione artistica. In questo periodo il ragazzo gira per le strade e le chiese munito di cartella da disegno, penne e gessi per copiare i capolavori del passato. Schizza due figure dell'Assunzione al cielo di San Giovanni Evangelista di Giotto in Santa Croce, copia dal Tributo di Masaccio nella chiesa del Carmine, studia i sarcofagi tardo romani e le opere di Leonardo da Vinci è curioso di tutto e camminando per Firenze incappa anche nelle infuocate prediche del Savonarola, il riformatore domenicano che entro qualche anno conoscerà le fiamme del rogo. Appartiene a questo periodo la prima opera arrivata sino a noi, la Madonna della Scala, che dal punto di vista formale è interessante per la ripresa dello "stiacciato" donatelliano che fà quasi sparire il rilievo; sul piano contenutistico il bassorilievo segna la comparsa di un tema che ritornerà più volte nell'opera di Michelangelo, quello della Vergine sibillina che guarda lontano, nel futuro del Bambino. E' possibile che l'artista abbia tratto spunto proprio dalle prediche di Girolomo Savonarola. " La Vergine era illuminata più che alcun altra creatura (eccetto l'anima di Cristo). Credi tu che ella non sapesse tutto la passione di Cristo a parte a parte?" Leggiamo nelle sue prediche sopra Amos e Zaccaria. E sempre qui c'è il significato della scala, "la quale significa la croce di Cristo, che è una scala che ci conduce in paradiso. E gli angeli ascendenti e discendenti la croce di Cristo, per venire in adiuto a che vuole salire in Paradiso, discendono per aiutare chi sale". In effetti, la scala del bassorilievo, non suggerisce la profondità dello spazio ne la concretezza di una scala reale, ma sembra un astrazione, e i punti potrebbero benissimo essere angeli apteri cioè senza ali. Dopo questa Madonna quasi evanescente (ma che già contiene i segni dell'evoluzione artistica futura, come le mani grandi della Vergine o il braccio del bambino torto dietro la schiena), Michelangelo si immerge nell'impetuosa Cataoromachia, con il suo groviglio di corpi nudi che emergono così prepotentemente dalla pietra che sembrano lottare con la materia stessa che ancora li trattiene. Michelangelo è pieno di entusiasmo discute con Poliziano, si appassiona a rendere con efficacia tutti quei nudi maschili, quando si abbatte su Firenze la notizia che Lorenzo è morto. Il giovane artista lascia il palazzo medico e torna angosciato e depresso dal padre.  
Olio su tavola anno 2008
misura 40x50
autore #ELFORNESO
Ma reagisce subito, compera un pezzo di marmo e vi scolpisce un grade Ercole oggi scomparso. Poco dopo và nel convento di  Santo Spirito studiando l'anatomia. Si dice che, come ringraziamento scolpisce un insolito crocifisso di legno, ma ancora oggi l'attribuzione è incerta. Nel frattempo il clima di Firenze si stà irrigidendo tanto che il Buonarroti si reca a Venezia e dopo a Bologna, si ferma il tempo di scolpire statue e un angelo reggicandelabro per l'arca di San Domenico nella chiesa omonima. La statua non grande rivela una compatezza cubica che si impone agli osservatori, come colpiscono il panneggio del San Petronio Vescovo per la chiesa di San Procolo, traspare la lezione della scuola ferrarese, e la posa del San Procolo, sempre per l'arca di San Domenico. Il santo viene ritratto con un' originalità che ritroveremo successivamente nel David: l'eroe rappresentato poco prima dell'azione, concentrato per raccogliere le forze e cogliere l'attimo per colpire. Nel 1495 Michelangelo ritorna a Firenze, dove - si dice per scherzo, o forse per sfida - scolpisce un cupido dormiente in foggia antica che verrà portato nel mercato romano e fatto passare per autentico. La statua fà vittime famose, sconvolgendo il normale mercato archeologico, impressionando anche il committente più potente dell'epoca, il Papa. Così, l'anno dopo il giovane Buonarroti và nella città di Alessandro VI, presa dall'entusiasmo per la scoperta della Domus Aurea e per le antichità romane in genere. E' in questo clima che si ascrive il grande Bacco indolente con il satiro che mangia l'uva, statua che venne commissionata ma poi rifiutata dal cardinal Riario per la sua anticonvenzionalità. Dopo questo smacco lo scultore accetta la commissione di un cardinale francese per scolpire una Pietà che doveva essere la più bella scultura marmorea della città. Prendendo molto sul serio questo impegno, di persona si reca a Carrara per scegliere il blocco e vi lavora per alcuni anni, nel frattempo il committente morì e la scultura verrà posta inizialmente sulla sua tomba per poi raggiungere dopo varie tappe la sua collocazione attuale, in San Pietro. Il tema della Madonna che in grembo regge il cadavere del figlio non è usule a quei tempi: deriva dai Vesperbilder tedeschi, dall'immagine del vespro, legata alla celebrazione del venerdì santo e di stampo prettamente mistico. Mistica è anche la geometria della raffigurazione, un triangolo, simbolo del divino che trascende il dolore umano. E ritorna anche il tema della Vergine sibillina: la Madonna tiene in grembo posto sulle ginocchia il figlio come fosse un bambino addormentato ed è giovane come quando lui era un bambino.
                                                                                                    

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