martedì 8 marzo 2016

S'E' ALZATO DA TERRA



NON C'E' DUBBIO QUEL MATTO DI WRIGHT
S'è alzato da terra... 


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Il 17 dicembre 1903, il primo volo dell'uomo, un'avventura che avrebbe dato l'impronta al nostro secolo, non ebbe che cinque testimoni annoiati. ''Fate presto - dicevano gli occasionali collaboratori ai fratelli Wright - sbrigatevi con questa faccenda. Abbiamo freddo...

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DICIASSETTE dicembre 1903: la data fausta nella storia dell'aviazione.
In piedi su di una spiaggia degli Stati Uniti, nella Carolaina del Nord, vicino a Kttj Hayk, due uomini aspettano. Scrutando con inquietudine il cielo livido; guardando le onde dell'oceano plumbeo che vengono, l'una dopo l'altra, ad infrangersi sulla sabbia.
Wilbur Wright in volo, con un aeroplano, già più equilibrato utilizzato nel primo volo, del 1903. Tra l'altro adesso il pilota può stare seduto, in precedenza era costretto in assai scomoda posizione, sdraiato ventre a terra.
Uno di essi è alto, il viso rasato, magro e ossuto, scavato da due rughe profonde ai lati del naso. Ha labbra strette, occhi grigi semi nascosti sotto due sopracciglia. L'altro è meno alto, con capelli castani e baffi spessi, assottigliati alle due estremità. La sua fisionomia è più sorridente. Entrambi hanno lo stesso mento stretto, segnato dalle stesse fossette. Vestono con abiti modesti fatti in serie, collo di ricambio alla camicia, cravatta di serie, pantaloni logori con toppe alle ginocchia, per non dimenticare i due uomini bisogna guardarli a lungo, due ai quali non daremmo 5 centesimi , ma sono i primi che hanno riconosciuto il loro volo, senza discussione; Ader è stato messo in discussione, ma loro no! Le prove che esistono, le relazioni dei testimoni, le negative fotografiche, prese al momento del volo, sì , c'è tutto, ma soprattutto questi due americani hanno potuto ripetere 10, 20, 100 volte il loro esperimento, sempre uguale. Il volo di Ader una sola volta sette anni prima. Ma la grande data storica per la storia del volo rimarrà il 17 dicembre 1903.
 I due, la su quella spiaggia il 17 dicembre sono fratelli: Wilbur e Orville Wright, artigiani, semplici fabbricanti di biciclette a Dauton.
Mani in tasca e guardano... Il cielo è basta, il freddo pungente non era altro che semplice inconveniente.
Pesanti nuvole si trascinavano, gabbiani in lontananza, gridano rauchi, un freddo vento di tramontana fa stringer le spalle di pochissimi presenti.
Il francese Henry Farman, qui ritratto con un compagno in atto di spiccare il volo, fu uno dei pionieri dell'aereo nautica. In seguito si dette alla costruzione di aerei.
Non molti per l'evento che cambierà la storia dell'intera umanità, cinque in tutto, non di più.
Sono quelli che rispondendo ai fratelli, sono venuti. Il paese è poco abitato, poco distante sulla spiaggia si eleva un edificio, la stazione di salvataggio; tre dei suoi impiegati figurano fra i cinque spettatori. Il resto della popolazione non si è degnato di scomodarsi.

Un fotografo improvvisato

Fra questi cinque curiosi uno, impiegato della stazione di salvataggio, avrà il compito di manovrare  l'apparecchio fotografico, che immortalerà la storia. L'apparecchio è fermo sul tre piedi, l'obbiettivo volto verso la giusta direzione. Orville ha spigato all'uomo:- Guardate attentamente. Quando la macchina arriverà laggiù, al termine della rotaia di legno, e lascerà il suolo, allora, ma allora soltanto, premete la pompetta di gomma. Capito?:-
Il francese Delagrange a bordo del suo '' Voisin '' nel luglio del 1908. Pochi spettatori assistono al volo. 
Orville Wright
Le porte dell'hangar dalle tavole disgiunte, dove i fratelli hanno lavorato segretamente per diversi anni si sono aperte. L'aereo appare. Grandi ali bianche in contrasto con il cielo grigio, 12,35 metri, unite tra loro da diciotto pali verticali, non ha ruote per avanzare deve scivolare su di un telaio appoggiato su dei binari di legno appoggiati al suolo. La resistenza sarà grande ma la potenza motopropulsore riuscirà a vincerla.
I fratelli dispongono di un motore a scoppio, la meraviglia che permetterà all'uomo di spezzare le sue catene, che muove anche le prime automobili. Uno dei grandi meriti dei fratelli sarà quello di alleggerirlo a tal punto da farne il primo motore d'aviazione. Il gruppo motopropulsore del 17 dicembre è composto da quarto cilindri in fila, sviluppa una forza di 12 cavalli per un peso di 110 chili. Un tale risultato per quei tempi, per i motori a benzina, segna un magnifico progresso. Sarà lui il grande vincitore del giorno.
Le porte dell'hangar aperte; l'apparecchio è stato tirato fuori.
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Wilbur Wright

Tutto pronto, seguendo la legge comune spalle rialzate, cappelli calcati sulla testa, chiappe strette, mani in tasca, i cinque spettatori guardano con scetticismo questa grande impalcatura di tela e legno così stranamente legata (da corde di pianoforte) come dicono i due fratelli, e portate nella parte posteriore, dove vanno a comandare  un rettangolo verticale, che può muoversi da destra verso sinistra sulle sue cerniere (il timone di direzione) e avanti, un trapezio o più esattamente due trapezi mobili su di un asse orizzontale (lo stabilizzatore).
I cinque spettatori che il destino ha scelto tra oltre un miliardo di uomini, per costituire la giuria del processo più formidabile che l'uomo abbia mai intentato alla natura, si mostrano assai poco degni  di un simile onore.
Non capiscono, fa freddo e hanno premura di andare via.
Finalmente il motore è messo in moto, il fratello più piccolo quello con i baffi, è salito a bordo, e per adoperare una frase più adatta alla circostanza, si è coricato ventre a terra sul piano inferiore, posizione prevista per il pilotaggio della macchina.
Lo scoppiettio del quattro cilindri fà armare di pazienza i cinque spettatori, o membri della giuria.
Le due eliche cominciano a girare, sono due eliche a propulsione e girano in senso inverso l'una dall'altra.
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Orville lascia riscaldare per alcuni momenti il motore, poi ''liberate il filo che trattiene la macchina alla strada''.
Questa frase che si trova nei rapporti dei fratelli Wright, merita che ci soffermiamo perchè ha qualche cosa di commovente, di poetico di candido, di magnificamente emozionante. Ci fu un tempo nel quale, per non partire, i primi piloti si legavano alla terra con un filo, per prendere il volo, mollavano il filo.
In verità è tutto un mondo antichissimo, un mondo perduto che rinasce in questa frase disseccata come un fiore prezioso fra le pagine di un libro. - Liberate il filo che trattiene la macchina alla strada...-
Dunque il miracolo stà per compiersi, il mercoledì del 17 dicembre del 1903.
17 dicembre 1903
La macchina è in marcia...avanza; i pattini scivolano sulla rotaia di legno; ma poichè l'apparecchio da un equilibrio instabile su quell'unica rotaia e minaccia ad ogni istante di capovolgersi, Wilbur corre a fianco dell'apparecchio mantenendolo diritto per la punta dell'ala destra, rettificando la posizione.
Così vengono ottemperati 14 metri e la macchina essendo riuscita, grazie alla sua velocità, ad alleggerirsi contro il vento, si solleva, lascia il binario e continua avanti diritto. L'impiegato della stazione di salvataggio, incaricato di prendere la fotografia, conserva il suo sangue freddo e preme la pera di gomma. Il negativo è fatto.
Vi si vede e vi si vedrà sempre, per l'eternità, l'aereoplano in aria, a 60 centimetri da terra, Orville ai comandi, sdraiato sul piano inferiore, e a destra, Wilbur, col suo mento volitivo, il profilo puntuto, mentre corre nell'istante in cui ha mollato l'ala  della macchina.
Milton Wright, padre di Wilbur e Orville.
Susan Catharine Wright, la mamma
Orville, ancora inesperto, si sforza di mantenere l'aereoplano in linea di volo agendo sullo stabilizzatore, cosa che ha un effetto da montagna russa, molto disordinato, andando ad rasentare
fino a più di tre metri da terra.

Una prova definitiva
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 Dopo aver percorso 40 metri, l'aereo ritocca terra con forza, ma seneza rompersi.
Quaranta metri di percorso a tre metri di altezza! ove sono i voli di Clemente Ander del 9 ottobre 1890 ad Armainvilles, e del 14 ottobre 1897 a Santory?
Questa volta il problema è ben risolto; nessuno ptrà più negarlo.







la storia del volo
da aggiornare

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